Cocciniglia: quest’anno un problema in più per i viticoltori
A cura dell’Ufficio tecnico del Consorzio fitosanitario di Modena
In questa stagione, fra le varie difficoltà che i viticoltori hanno dovuto affrontare, spicca quella della cocciniglia
Non si tratta di una problematica né di un insetto nuovo, ma infestazioni tali, in termini di diffusione e di intensità, non si vedevano da tanti anni.La dannosità di questi insetti fitomizi è peraltro molteplice. Infatti, mentre creano problemi per la loro attività trofica, possono avere un importante ruolo nella trasmissione in campo di virosi (es. Accartocciamento fogliare e Legno riccio).
Il danno maggiore ed immediato, quello che viene percepito in campo dall’agricoltore, è però imputabile sia all’attività diretta di suzione, con successivo avvizzimento e perdita dei grappoli, sia a quella indiretta, con emissione di melata, di fumaggini e conseguente imbrattamento degli stessi grappoli.
Nella maggior parte dei casi le infestazioni raramente riguardano tutte le piante del vigneto, avendo questa cocciniglia una distribuzione aggregata.
Se da un lato questo può essere un dato positivo, dall’altro la ricerca e l’identificazione dei focolai può risultare difficoltosa, determinando quindi una sottostima della presenza del fitomizo in campo.
Alcuni passaggi fondamentali
La cocciniglia più comune nei vigneti modenesi è Planococcus ficus; una volta identificata va verificata da un anno all’altro la sua evoluzione. I controlli dovranno iniziare già nella fase invernale-primaverile, partendo dalle aree del vigneto che presentavano maggiormente la problematica nella stagione precedente, poichè la sua mobilità è modesta. Può essere utile segnare le piante interessate.
Lo svernamento avviene sotto il ritidoma, prevalentemente come femmine adulte. Scortecciando le pianta, la loro presenza appare evidente. In primavera, quando le condizioni ambientali risultano favorevoli, le femmine adulte iniziano la deposizione delle uova in ovisacchi.
Da aprile e maggio avviene la migrazione delle neanidi, che darà avvio, in caso di gravi infestazioni, ai primi danni rilevabili.
Nei mesi successivi, con il progredire ed il sovrapporsi delle generazioni, le popolazioni incrementano e colonizzano in modo massivo e preferenziale i grappoli. Le infestazioni possono risultare così importanti da compromettere, almeno in parte, la produzione.
In termini di monitoraggio, fondamentali sono i rilievi visivi da farsi per tutta la stagione.
Il supporto di altri strumenti, come le trappole a feromoni, risulta un valido aiuto. In questo caso occorre ricordare che il dimorfismo sessuale risulta molto spiccato e l’identificazione dei maschi può essere complicata, viste anche le loro ridotte dimensioni.
La difesa fitosanitaria
Una problematica così sfaccettata come quella della cocciniglia necessita obbligatoriamente di essere affrontata con tutti gli strumenti disponibili. Ad oggi il panorama dei prodotti fitosanitari registrati per tale avversità, gli stessi presenti nel Disciplinare di Produzione integrata della Regione Emilia Romagna, permette di organizzare linee di difesa su più livelli.
Specie nelle situazioni in cui si siano rilevate forti infestazioni, sarà necessario porre particolare attenzione e attuare tutto quanto possibile.
La difesa chimica, che trova almeno un parziale riscontro già a partire da trattamenti invernali, andrà articolata in passaggi prefiorali e post fiorali, modulando gli interventi in funzione delle reali necessità di campo.
Anche il timing di intervento dei prodotti post fiorali andrà scelto accuratamente in relazione al meccanismo d’azione dei medesimi.
Dove possibile, le applicazioni dovranno comunque essere effettuate con abbondanti volumi di irrorazione, diminuendo la velocità di avanzamento per favorire una buona penetrazione del prodotto nella vegetazione.
Si ricorda inoltre che sono sconsigliati interventi chimici in post raccolta. Allo stato attuale delle conoscenze, non vi sono sufficienti riscontri sull’efficacia degli interventi in questo periodo; si ricorda che in questa fase vegetativa l’insetto, pur presente sulle foglie, si localizza anche sotto il ritidoma o nel terreno sfuggendo all’azione degli insetticidi. Inoltre, gli interventi chimici possono causare una forte mortalità degli insetti utili presenti nel vigneto che danno un contributo nel limitare la popolazione di cocciniglia fin dalle prime fasi vegetative quando, ancora protette dal ritidoma, risultano difficilmente raggiungibili dagli interventi di difesa chimica.
La confusione sessuale e la lotta biologica
Recenti esperienze effettuate anche sul nostro territorio, hanno mostrato buoni risultati del metodo della confusione sessuale, soprattutto nel lungo periodo (2-3 anni). Nel primo anno di utilizzo, specie nei vigneti con criticità pregresse, resta fondamentale il controllo di campo e il monitoraggio della situazione. L’impiego di questo strumento potrà infatti richiedere alcune integrazioni chimiche o di lotta biologica, nel caso si definiscano situazioni problematiche (es. presenza di nuove specie verso cui il sistema non è attivo) o di particolari infestazioni.
Nel corso della stagione 2018 sono stati infatti numerosi i ritrovamenti di Pseudoccus comstockii nei vigneti. Questa cocciniglia, del tutto simili al Planococcus ficus, è stata occasionalmente segnalata nel corso degli anni su pomacee e drupacee. Il suo ritrovamento ha complicato la gestione dei vigneti confusi poiché il sistema è specifico per la prima specie ma non risulta attivo sulla seconda.
Il ricorso alla lotta biologica, rappresenta infine una valida integrazione a tutti gli strumenti di cui sopra.
Nello specifico, fra i predatori e i parassitodi, Anagyrus pseudococci sembrerebbe aver dato buone prospettive.
Fra i parassitoidi infatti A. pseudococci (imenottero Encyrtidae) presenta buone caratteristiche di adattamento, essendo una specie tipica del bacino del Mediterraneo. Nei nostri contesti la sua attività si protrae dalla primavera all’autunno. L’impiego nei programmi di lotta biologica su vite, già verificato nei vigneti della nostra regione, sembrerebbe avere risultati incoraggianti, anche in funzione del fatto che tale parassitoide è in grado di compiere diverse generazioni con cicli di circa 3-4 settimane. Si tratta inoltre di un insetto particolarmente efficiente poiché è in grado di parassitizzare anche laddove ci siano basse infestazioni, prestandosi ad essere lanciato già ad inizio stagione, tra fine aprile e maggio. I lanci più tardivi, se non addirittura di soccorso non garantiscono invece le medesime performance.
La sua attività è a spese sia delle neanidi di seconda e terza età ma anche nelle femmine immature.
Fra i predatori è invece da ricordare il coccinellide Cryptolaemus montrouzieri.
Il suo impiego può integrare a supportare la lotta biologica operata da Anagyrus, ma sono altrettanti validi i riscontri della sua attività di predazione. Questo insetto ha inoltre il pregio di poter essere lanciato direttamente nelle zone dei focolai, è molto attivo, abbastanza veloce nel suo ciclo e le larve risultano ben visibili nella loro attività.
Come per il parassitoide, non ha particolari criticità a sopravvivere nei nostri climi.
Per entrambe le specie, ma anche per eventuali altri insetti utili naturalmente presenti nel vigneto, occorrerà porre attenzione all’impiego dei prodotti insetticidi. Sarà opportuno ragionare attentamente sulla tempistica nella distribuzione degli stessi, anticipandoli di alcuni giorni rispetto al lancio degli utili.