Chiudere la filiera cerealicola per passione e per necessità

Multifunzionalità è la parola d’ordine di Monica Canovi, titolare dell’azienda Prato Rastrellino

Gianni Verzelloni

MORSIANO di VILLA MINOZZO (Reggio Emilia) – Se stai nei pressi di un borgo quasi sul crinale appenninico ed hai un’azienda agricola, impari presto che la cosiddetta ‘multifunzionalità’ è un obbligo per provare a sopravvivere, cercando di rimontare gli handicap che ti dà un territorio bello sì, ma produttivamente svantaggiato. È la filosofia che ha mosso l’azienda Prato Rastrellino, nata nel 2012, di cui è titolare Monica Canovi, giovane mamma di due bambini, con l’aiuto del marito coadiutore Cristian Chesi. Hanno un’azienda grande, circa 100 ettari, certificata biologica, ma la maggior parte è bosco, dal quale tuttavia traggono legna da ardere ed anche i frutti spontanei come more e lamponi, che servono per fare le confetture, così come le mele di un meleto di cui dispongono. Poi coltivano parte della superficie a cereali: grano tenero e farro. Hanno provato anche con il grano duro, ma non ha funzionato così in alto. Però, i cereali sono un prodotto a basso prezzo, e in quel territorio la produttività è quel che è. Monica quindi si è dotata di un laboratorio per la trasformazione, dopo la molitura che fa fare a pietra nella vicinissima Toscana.

Con la vendita diretta (al mercato agricolo di Sassuolo e in varie fiere e mercatini) le farine vengono vendute in sacchetti, così come in sacchetti si vende il farro brillato che serve per zuppe e “farrotti”, ovvero risotti di farro; la maggior parte però dei cereali diventa torte, crostate, biscotti. Monica ha tentato anche la via di pasta secca e tagliatelle, ma il problema è stato nell’essiccarla, in assenza di un impianto adeguato. I cereali sono a crescita più lenta che in pianura, la semina deve avvenire entro metà ottobre, prima che il tempo peggiori, il raccolto si fa a luglio avanzato; sarà per questa ‘lentezza’ che i sapori sono più netti e decisi? In definitiva, la chiusura della filiera cerealicola si fa in quest’azienda con le crostate (per le quali si usano anche le proprie confetture), torte (nera, mandorle e amaretti), biscotti, frollini di farro.

Una varietà di soluzioni che ‘incontra’, nel senso che la clientela non manca ed apprezza, riconoscendo nei prodotti trasformati dell’azienda Prato Rastrellino la “riscoperta dei vecchi sapori”, quelli che tutti noi conserviamo in qualche piega della memoria e ci riportano all’infanzia.

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