Lex enoturismo: subito i decreti attuativi

Fini Cristiano

Cristiano Fini, presidente Cia – Agricoltori Italiani Emilia Romagna

Il mese di aprile, da parecchi anni, è caratterizzato dall’evento vitivinicolo per eccellenza, il Vinitaly. L’appuntamento veronese del mondo del vino si è distinto anche quest’anno per un record di presenze ed ha testimoniato in maniera inequivocabile l’interesse sulla materia enologica di operatori e visitatori su scala nazionale e mondiale. Vinitaly assume un certo rilievo perché offre la possibilità di fare il punto su tematiche legislative, sui mercati e sulle tecnologie, tra presente e progetti per il futuro.Le grandi imprese vivono i mercati internazionali con grande fiducia e qualche preoccupazione, legate alle turbolenze politico-economiche di Usa, Russia e Regno Unito, e dalla grande incognita del gigante cinese. D’altro canto le piccole-medie aziende vivono più intensamente il mercato interno e le dinamiche territoriali, districandosi tra i soliti adempimenti burocratici e le difficili condizioni climatiche che minano fortemente i redditi dei produttori. Nel contesto attuale si inserisce la nuova Legge nazionale sull’enoturismo, approvata lo scorso febbraio grazie ad un emendamento presentato all’interno della Legge di bilancio 2018, che fornisce un quadro normativo basato sull’accoglienza turistica legata al vino ed alle attività ricreative, culturali e didattiche delle aziende vitivinicole. Ora attendiamo i decreti attuativi, con l’auspicio che la norma fornisca alcuni strumenti concreti alle imprese per migliorare la ricezione enoturistica.

Si stimano circa 15 milioni di enoturisti all’anno, con un giro d’affari che supera i 2 miliardi di euro e si registra una crescita costante negli ultimi anni sul territorio nazionale. Anche in Emilia Romagna, che peraltro vive un forte incremento di presenze turistiche, sono in deciso aumento gli acquisti di vino direttamente in azienda, ed è un segnale evidente della volontà del consumatore di conoscere la storia del prodotto e del territorio che caratterizza quel tipo di vino.

La nostra Regione può e deve collocarsi nei percorsi enogastronomici migliori al mondo, perché il territorio ed il paesaggio che ci circondano, soprattutto collinari, sono assolutamente magnifici e possiamo vantare una tradizione culinaria d’eccellenza.

A tutto questo possiamo affiancare ottimi vini, perché il livello qualitativo dei prodotti emiliano romagnoli è aumentato tantissimo negli ultimi anni, ed il consumatore è sempre più interessato alla conoscenza ed alla storia dei nostri vini. Per dare un impulso maggiore, dobbiamo impiegare più risorse, economiche e politiche, in attività di promozione e ricerca sul turismo enogastronomico, e lo dobbiamo fare tutti insieme, produttori, enti, istituzioni e consorzi, perché l’Emilia Romagna sia riconosciuta nel mondo per il buon cibo ma anche per gli ottimi vini.

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