Passante nord: la Cia di Bologna ribadisce un secco no

Febbraio 2015

Cla. Fe.

GRANAROLO – (Bologna) – Passante nord, la Cia di Bologna ribadisce un secco no all’opera. Lo fa nel corso di un incontro svolto a Granarolo (sono intervenuti più di 200 agricoltori) a cui hanno partecipato anche alcuni sindaci degli 11 comuni interessati dall’attraversamento della arteria viaria.

La contrarietà all’opera trasportistica, ribadisce la Cia, riguarda tutte le proposte di tracciato, sottolineando che “la priorità va data a tutte le opere viarie importanti ancora in corso di completamento, che sono tante”. Si parla di circa oltre 700 ettari di terreno agricolo che verrebbero espropriati e sottratti alla produzione agricola, sicuramente più di un centinaio di imprese coinvolte. Un’opera dal costo di oltre 1.280 milioni di euro che nel suo tracciato interessa abitazioni, aziende e strutture agricole.

“Il passante nord è un’opera inutile, costosa e non risolve i problemi della viabilità – ha detto Marco Bergami, presidente della Cia di Bologna – ribadiamo quindi la nostra contrarietà alla realizzazione dell’opera. Chiediamo inoltre ai sindaci di supportare con tutti i mezzi questa campagna e che blocchino ogni proposta di passante”.

Nel corso dell’incontro è stato rilevato, inoltre, che una sentenza della Corte Costituzionale ha abbassato notevolmente gli indennizzi per gli espropri, quindi oltre al danno la beffa. “È un’opera progettata dodici anni fa quando c’erano altre prospettive di sviluppo – ha proseguito Bergami – e le motivazioni di questa nostra presa di posizione sono legate sia alla difesa del territorio che dell’economia locale. Il tracciato infatti non risolverebbe i problemi di viabilità, avrebbe invece un impatto significativo sulla nostra agricoltura, andando a distruggere numerose aziende agricole altamente specializzate e compromettendo l’intera economia agricola provinciale. Per non considerare poi – ha aggiunto – gli impatti ambientali negativi e un massiccio consumo di suolo in aree dal fragile equilibrio idrogeologico”.

La richiesta della Cia è quindi quella di abbandonare il progetto per investire finalmente sul miglioramento e potenziamento della viabilità secondaria, che conta diverse opere da anni in attesa di completamento.

“L’augurio – ha auspicato infine il presidente Bergami – è che i sindaci dei Comuni interessati da questa opera inutile riescano a fare squadra affinché il progetto venga definitivamente e saggiamente accantonato”.
Hanno partecipato, tra gli altri, Stefano Sermenghi, sindaco di Castenaso, Giulio Pierini (sindaco di Budrio) e Daniela Loconte (sindaco di Granarolo Emilia), il direttore della Cia Emilia Romagna, Vincenzo Amadori. Per Sermenghi “il passante non serve più e chi sostiene la sua utilità lo deve dimostrare”. Per Daniela Loconte la Regione deve svolgere un ruolo di garanzia e il passante “si farà solo se è utile e se la comunità ne avrà un vantaggio” aggiungendo che nel finanziamento dell’opera erano previsti interventi e opere alle infrastrutture “che se il passante non verrà realizzato saranno a carico solo dei Comuni”.

“Siamo una organizzazione agricola e dobbiamo tutelare le imprese – ha detto il direttore della Cia di Modena e Bologna Gianni Razzano – e va ricordato che il territorio consumato non si recupera più dal punto di vista produttivo. È positivo tuttavia che i sindaci abbiano raggiunto una posizione di mediazione unitaria, ma li invito a dimostrare l’utilità dell’opera e se è prioritaria”.

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