Più ortaggi nel carrello: la filiera corta è preferita dai consumatori

ortaggi

Alessandra Giovannini

C’è sempre più frutta e verdura nel carrello delle famiglie italiane. Lo affermano i dati elaborati da Cso Italy su base Gfk Italia. Un trend positivo nei consumi di ortofrutta che continua dal 2014

DALLA REDAZIONE – Da gennaio a settembre 2018 ogni famiglia ha acquistato circa 260 chili di ortofrutta fresca, per una spesa complessiva di 433 euro. Se la frutta, che rappresenta il 54% dei volumi, è cresciuta in questi nove mesi dell’anno scorso del +1% in volume e del +3% in valore, gli ortaggi, sempre nello stesso periodo, salgono del +5% sul gennaio-settembre 2017 in termini di quantità e del +2% in termini di valore. Se poi restringiamo l’analisi al trimestre luglio-settembre 2018, le cose sono andate ancora meglio: l’ortofrutta conta, infatti, un +5% degli acquisti in termini di volume e +6% in valore, dopo un primo semestre con una crescita più contenuta.

Un consumatore, dunque, sempre più attento alla salubrità, sostenibilità e qualità delle cibi. Ma è interessante capire anche dove vengono scelti questi prodotti. Secondo la ricerca del Cso Italy oltre il 60% degli acquisti al dettaglio di ortofrutta delle famiglie italiane avviene presso i punti vendita della Gdo. “Analizzando nel dettaglio l’andamento dei consumi nell’ambito dei principali canali distributivi – precisa Cso Italy nella presentazione dei dato sui consumi – si rileva come sia in atto una trasformazione importantissima. Fino al 2013 il calo dei consumi di frutta e verdura interessava in maniera quasi esclusiva gli ambulanti e i mercati rionali, ma anche il dettaglio specializzato, cioè i fruttivendoli. Dal 2014, con la ripresa dei consumi, le tendenze sono diverse: i supermercati, pur aumentando leggermente i volumi, vedono diminuire il peso relativo, gli ipermercati, pur con oscillazioni, mantengono i quantitativi annuali ma vedono ridursi il peso relativo”.

I canali che aumentando con un ritmo superiore alla media sono i discount e il dettaglio specializzato, che invece mette in evidenza una impressionante inversione di tendenza rispetto al passato. I fruttivendoli oggi rappresentano il secondo canale distributivo, solo dopo i supermercati, con una crescita delle vendite in termini di volumi del 45% se confrontiamo la situazione 2017 con quella del 2013.

I primi nove mesi del 2018 non fanno altro che confermare questo trend. I fruttivendoli o dettaglianti specializzati, infatti, si rafforzano ulteriormente con un +12%, mentre i supermercati vedono scendere i volumi del 4%.

Gabriele MagliTutti numeri e tendenze che vengono confermati da chi quotidianamente si occupa di ortofrutta. Gabriele Magli che produce e vende a Bologna, appena fuori Borgo Panigale in direzione Zola Predosa, ha scelto la vendita diretta, i mercati dei contadini e i gruppi di acquisto. Insomma, sempre in primo piano, con il padre 90 enne e la figlia 24 enne. Tre generazioni con la terra nel sangue. “Abbiamo frutta e ortaggi per tutte le stagioni. Aspettiamo adesso zucchine, piselli, fagiolini, pomodori, insalate, poi le fragole, la frutta estiva e di nuovo le verdure autunnali: cardo, broccoli, cavolo nero, radicchio di campo. Siamo una piccola azienda e quello che produciamo è soprattutto per le persone che ci vengono a trovare in azienda, un negozio sempre aperto”.

Una scelta che può essere obbligata ma sicuramente legata alla passione per il proprio lavoro.

“Alle persone – dice ancora Magli – piace camminare nei campi e capire come nascono i prodotti che mangiano e una volta che hanno assaggiato il vero sapore delle nostre verdure, delle nostre fragole, al supermercato non ci vanno più. La gente è curiosa, chiede, sempre di più”.

Sempre a Bologna, a un chilometro dalla Fiera produce e vende anche Marco Tonelli.

Lo avevamo sentito nel 2017 perché aveva deciso di provare lal shak, puishak, korolla, verdure per il mercato straniero.

“Poi ho deciso di dedicarmi solo al coriandolo per rifornire i negozi di bengalesi, marocchini, cinesi e pakistani. A Bologna siamo solo in tre che pensiamo a loro”.

Marco TonelliQuesto per quanto riguarda le altre popolazioni, perché nel suo campo c’è spazio anche per tutte le produzioni primaverili ed estive. “Chiudo un paio di mesi ma durante il resto dell’anno ho radicchio, insalate, spinaci, rucola, ravanelli, carote, patate, zucchine, cetrioli, melanzane, peperoni”, una bella insalata mista che attrae sempre più consumatori.

“Concordo con i dati e le tendenze del mercato. Sempre più gente mangia frutta e verdura e cercano sempre di più la vendita diretta. Noi poi siamo vicini alla città”.

È un po’ come andare al punto vendita specializzato ma non ci sono i carrelli e si può vedere il terreno dove crescono i prodotti. “Certo, bisogna avere tutto perché i consumatori devono trovare tutto e non è sempre facile. Facile è, invece, far capire, spiegare al consumatore che se anche la zucchina non è perfetta non vuol dire che non sia buona. Poi la compra lo stesso”. Anche questa è volontà della natura.

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