Scanavino: “Unità? È un feticcio del passato e va ricercata con soggetti anche esterni all’agricoltura”
Il presidente nazionale Secondo Scanavino nel concludere i lavori dell’Assemblea in Emilia Romagna ha sottolineato di aver voluto essere presente per l’importanza della regione nella Cia e per salutare Dosi, collega ed in questi anni diventato amico. Si è detto poi sicuro che Fini farà molto bene. Si è detto quindi contento del dibattito, con interventi degli agricoltori mai banali, in generale è anche contento della presenza di giovani alle assemblee Cia e del loro ingresso negli organi dirigenti. Tra le attività svolte ha sottolineato “Territorio come destino”, che significa fare reddito ma garantire nel contempo rispetto dell’ecosistema e della società.
Si è detto quindi soddisfatto del fatto che diverse proposte Cia siano state recepite da leggi, ma molto insoddisfatto di come sono stati gestiti (dal Governo) i rapporti con l’agricoltura e le rappresentanze. In particolare sulla legge per il caporalato, nella quale si sono inserite nel penale fattispecie che prima erano soggette a sanzioni amministrative, ha detto che è stato consultato un legale e che al prossimo Parlamento sarà presentata una nostra proposta di modifica, sulla quale si farà azione di “lobby”.
Il presidente ha poi approfondito i temi della nuova Pac, parlando di proposte per una riforma in profondità. Quanto alla Cia, ha sottolineato i processi di accorpamento che stanno avvenendo tra le strutture territoriali. Ha parlato di unità come “feticcio del passato”, sottolineando che essa va ricercata con soggetti anche esterni all’agricoltura. In conclusione, sul piano politico e sindacale, ha ribadito la natura della Cia come organizzazione autonoma ed aperta al confronto con tutti.
